Yoga a scuola

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Risale a più di vent’anni fa il primo intervento della dottoressa Tiziana Fantuz nelle scuole.
Ciò fu avvallato anche dalla sottoscrizione di tre protocolli di intesa siglati tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Federazione Italia dello Yoga. Il primo di questi fu siglato nel novembre 2000, il secondo nel luglio 2003 ed il terzo nel settembre del 2007.
Tali documenti rappresentano il riconoscimento dell’importanza dell’inserimento dello yoga sia come materia attività curriculare che extracurriculare in tutte le scuole pubbliche italiane, a partire dalle scuole dell’infanzia,per finire alle scuole superiori.

Nelle scuole prevedono che possano essere avviate iniziative su interventi yoga, considerato come uno dei più antichi metodi di  automiglioramento individuale, affidando tale insegnamento a persone altamente qualificate.

Le esperienze i questi dieci anni hanno confermato che lo yoga è:

  • in grado di armonizzare i tanti aspetti della personalità degli allievi;
  • consentono di sviluppare le facoltà logico-razionali, in un approccio olistico;
  • la coscienza del proprio corpo e di sé;
  • la scoperta e l’utilizzo della respirazione;
  • il riconoscimento e la riequilibrazione delle proprie emozioni.

Lo yoga come progetto educativo ha consentito ai molti docenti che hanno partecipato ai corsi di formazione di yoga, la verifica di come la trasmissione e sperimentazione in classe degli esercizi e delle tecniche apprese, abbiano creato quel clima di convivenza e apprendimento basato non tanto su un intervento correttivo per arginare il disagio, ma soprattutto sulla costruzione attiva e consapevole della conoscenza e del benessere.

Tali acquisizioni sono diventate anche espressione di esperienza di pace, non più vissuta come intenzione e buona volontà, ma azione.

La Dott.ssa Tiziana Fantuz dal 1999 è docente presso il Master in Operatore Yoga per la Scuola, organizzato dall’Istituto Yoga Educational con il patrocinio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, dell’UNICEF e del Comune di Bologna.

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