Lo studio del simbolo e della sua “perennità” mi ha sempre affascinata al punto da diventare la tesi che ho presentato alla fine della scuola quadriennale per insegnanti di Yoga 1994-1998 dell’Istituto Formazione Insegnanti Yoga ISFI di Firenze.
Il titolo della ricerca fu appunto “Yoga e Simboli“, pensai di suddividerla per capitoli che, mano a mano che procedevo, diventarono molti: il significato del termine simbolo, l’excursus da Freud a Jung, la concezione filosofica orientale ed occidentale, la filosofia Shivaita e Tantrismo e molto altro ancora, sino ad arrivare ad i vari Mantra, Yantra e Mandala.
Fu un intenso periodo di studio e di ricerca di testi che mi portò anche all’estero, dalle poche pagine previste inizialmente, arrivai alle 150 finali; prese forma quindi un libro che fino ad oggi ho sempre tenuto nel cassetto e che ho deciso di condividere parzialmente per ovvi motivi di spazio. Verranno pubblicati periodicamente degli estratti sotto forma di appunti su tale straordinario argomento.
Chi fosse interessato all’argomento e desidera approfondire alcuni dei temi che ho anticipato sopra, mi può scrivere, sarà una gioia per me incontrare su questo tema essenziale altri ricercatori.   

INTRODUZIONE A “YOGA E SIMBOLI”

«Tutto nello yoga è simbolico: qualsiasi nutrimento, qualsiasi posizione, qualsiasi forma di respirazione portano in sé stesse di più del loro assorbimento e della loro esecuzione concreta. Ci sono uno o più significati ulteriori in ciascuna attività, e questi significati diventano il luogo specifico dove si compie la trasformazione dell’esecutore.» (Ysé Masquelier, Revue Françoise de yoga, Été 1981).

I due termini “yoga” e “simbolo”, come le fiamme del focolare, sono ora ben distinti l’uno dall’altro, ora vicini, fino al punto da fondersi talvolta in una sola luce. Quando uno di essi sembra essere sparito, ecco che l’altro lo rianima.

Lo spirito umano è legato alla forma; non è in grado di raggiungere l’informale. Non lo riesce a concepire, e ancor meno, a fissarsi su di esso; Perciò:
le forme e i simboli sono inevitabili intermediari nel processo per mezzo del quale viene superato il meccanismo della mente e si realizzano gli stati supramentali. Noi uomini possiamo avvicinare il non manifesto unicamente tramite la manifestazione. Ciò che chiamiamo “dei” corrisponde allo stato iniziale, lo stato connesso con la forma meno concreta di ciascun aspetto della manifestazione.

La rappresentazione degli dei tramite formule verbali e diagrammi simbolici (mantra e yantra), essendo per l’appunto più astratte, riescono ad essere più precise di un’immagine.

Mantra

La ripetizione di “formule sacre” (mantra), acquista nel tantrismo un’importanza capitale. Infatti formule mistiche, liturgie orali o mentali, composte talvolta da onomatopee o da parole inintelligibili, nel tantrismo si trasformano in veicolo di concentrazione. Nel tantrismo, l’importanza e la popolarità dei Mantra crebbero a tal punto che il loro uso venne considerato uno dei principali mezzi di salvezza mistica: secondo un’etimologia di chiara ispirazione religiosa il suffisso “tra” starebbe per liberazione (dal ciclo delle rinascite). In questo contesto le concezioni relative alla potenza della parola sacra e all’unità organica del cosmo vengono approfondite e coniugate con una sofisticata fisiologia mistica quale è documentata a partire dalle cosiddette Upanisad dello Yoga.
Secondo una diffusa dottrina metafisica tantrica i principali momenti della creazione sono inscindibili da una forma di sonorità, che è il fondamento dei suoni percepiti dai nostri sensi.

Un mantra è un simbolo nel senso arcaico e primitivo del termine: e cioè esso è “realtà” simbolizzata e nel contempo “segno” simbolizzante.
I mantra sono legami tra mondi diversi, ponti tra ordini di cose separate: sono gli strumenti tramite i quali l’uomo può andare oltre il limite delle sue percezioni.
L’origine di un mantra risale sempre a un contatto diretto tra un essere umano e un dio. La formula mentale deve essere rivelata da una incarnazione divina, oppure percepita da un veggente come visione soprannaturale.